Fonte: Marcozambuto.it - 28 febbraio 2007
Care agrigentine, cari agrigentini, l'appuntamento elettorale per rinnovare il governo della nostra città è ormai alle porte. Negli ultimi 5 anni Agrigento non è cresciuta, ma in compenso è cresciuto il numero dei giovani costretti ad emigrare. I diritti dei cittadini sono stati trasformati in privilegi e favori da elargire a pochi. Non sono state create concrete prospettive di lavoro ma semmai è stato alimentato un avvilente precariato elettorale. I servizi essenziali, dall'acqua alla pulizia urbana, dalla manutenzione delle strade all'edilizia scolastica, sono peggiorati nella qualità e diminuiti nella quantità. Ciò che è aumentato sono i tributi e le tariffe. Ogni agrigentino, tra le mille difficoltà dell'esistenza quotidiana, non ha ricevuto dall'amministrazione civica aiuto e speranza ma è stato spinto sempre di più verso la rassegnazione ed il bisogno. Un bisogno che adesso i "gestori" del potere vorrebbero trasformare, ancora, in nuovo consenso elettorale.Dall'interno ho cercato di modificare le cose. Mi sono accorto però che questo sistema non si può migliorare: va cambiato. Oggi è necessario voltare pagina, bocciando questa piccola politica, rompendo questo asfissiante sistema di potere. Alcuni mi hanno detto "chi te lo fa fare?"; i potenti mi hanno blandito con mille promesse. Non ho ascoltato nessuno, ho solo interrogato la mia coscienza e guardato al bene della mia città. Se tutti chiniamo la schiena, Agrigento rimarrà sempre ostaggio di pochi prepotenti che guardano solo al loro tornaconto ed alle loro poltrone romane. Ho deciso perciò di rinunciare ad una comoda e complice carriera politica e di mettermi in gioco, candidandomi a sindaco della nostra città per cambiare insieme a Voi le cose, per dare un futuro ai giovani, a quanti hanno investito nella famiglia e nei figli, per creare migliori condizioni di vita per tutti. Per questo ho bisogno della Vostra amicizia, della Vostra fiducia e del Vostro sostegno.Agrigentine ed agrigentini, noi abbiamo un grande sogno, il sogno di chi ama questa città e per questo vuole migliorarla. Noi vogliamo Agrigento pulita, con più verde, con le strade in ordine, con più posteggi e più collegamenti, con più spazi di socialità per i nostri figli ed i nostri anziani, con maggiori spazi culturali e luoghi di incontro per i giovani, con infrastrutture sportive funzionanti ed adeguate, una città con un centro storico interamente recuperato e valorizzato, con i quartieri decentrati riqualificati e serviti. Una città con mille balconi fioriti, dove sia finalmente piacevole vivere. Una città così, con la sua storia, con il suo patrimonio artistico e culturale, con le sue bellezze naturali, con una Valle dei Templi unica al mondo, con la dolcezza del suo clima, se amministrata come merita, può diventare una grande Città Albergo ed accogliere per prolungati soggiorni migliaia di turisti da ogni parte del mondo. Sarebbe nuova occupazione per i giovani e ricchezza per tutti. Da agrigentino che con la sua famiglia ha sempre amato questa città mi sento di assumere un impegno serio: amministrare con trasparenza ed onestà Agrigento, essere il sindaco di tutti gli agrigentini. Se avremo il coraggio di cambiare, una primavera agrigentina è possible.
Risposta di un Agrigentino INCAZZATO
Queste minchiate, caro Marco, le avevi scritte proprio un anno fa sul tuo sito ufficiale. Oggi invece ti sei inventato una scusa, un improvviso impegno istituzionale, per rinviare la conferenza stampa, durante la quale avresti dovuto spiegare alla città e ai tuoi elettori le "nobili motivazioni" che ti hanno spinto verso l'ennesima "scelta illuminata" della tua breve ma intensa vita politica. Io sono uno di quei "giovani costretti ad emigrare" per cercare fortuna. Uno di quei coglioni che ha creduto alle tue promesse, al coraggio di cambiare e di rinnovare la gestione politica di questa disgraziata Terra. E' vero, tu non sei come gli altri. Sei peggio! Hai fatto leva sulla fiducia, sui sentimenti e sulle speranze della gente per portare a termine il tuo piano perfetto: toglierti dalle palle l'MPA e conquistare il potere con l'aiuto dei "soliti noti" che il giorno prima fingevi di combattere. Hai fottuto tutti, senza tanti scrupoli nè rimpianti. In un Paese civile e veramente democratico dovresti dimetterti e consentire ai cittadini di tornare al voto, ma siamo in Italia, anzi in Sicilia, anzi ad Agrigento... quindi puoi startene tranquillo sulla tua poltrona per altri quattro anni. Ti manderò una cartolina dalla città del Nord dove sarò presto costretto a trasferirmi per trovare un lavoro serio! Tornerò quando il tuo "nuovo padrino", lo zio Silvio, degno erede del tuo maestro Totò, avrà finalmente reso ricca la nostra splendida Valle! Addio!
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