ELIMINATO L'IMPOSSIBILE, QUELLO CHE RESTA, PER QUANTO IMPROBABILE, DEVE ESSERE LA VERITA'. Arthur Conan Doyle.

lunedì 19 maggio 2008

Governo Ombra

Il governo ombra (in inglese shadow cabinet o shadow front bench) è un'istituzione politica, presente in alcuni sistemi parlamentari, costituita dal leader dell'opposizione, che la dirige, e da parlamentari dell'opposizione (i ministri ombra) incaricati di seguire da vicino, proprio come un'ombra (da cui il nome), l'attività dei corrispondenti ministri del governo in carica. Compito del governo ombra è svolgere un'azione critica verso le decisioni del governo in carica, proponendo alternative. Normalmente se il partito di opposizione vince le elezioni, il leader dell'opposizione diventa primo ministro e i membri del governo ombra vanno ad occupare i corrispondenti posti nel governo in carica. Sul punto si vedano i saggi di Pier Luigi Petrillo sul governo ombra e sul leader dell'opposizione sul sito web www.forumcostituzionale.it nonchè www.unisi.it/comparato oltre che sulle numerose riviste giuridiche.

Sorto in Gran Bretagna il governo ombra si è diffuso nelle ex colonie britanniche (India, Canada, Australia, Nuova Zelanda, altri stati del Commonwealth ecc.) e, in seguito, anche in altri paesi con sistemi bipartitici o, quantomeno, bipolari. Tuttavia, mentre negli ordinamenti riconducibili al cosiddetto sistema Westminster il leader dell'opposizione e il suo governo ombra hanno uno status ufficiale, in altri sistemi il governo ombra è, di solito, solamente un organismo interno di partito.

In alcuni partiti (ad esempio il Partito Laburista britannico e quello australiano) i membri del governo ombra sono eletti dal gruppo parlamentare e il leader dell'opposizione si limita a distribuire loro gli incarichi. In altri partiti, invece, il leader dell'opposizione sceglie anche i membri del governo ombra.

In Italia la formula del governo ombra fu usata, ma senza riconoscimento di status nei regolamenti parlamentari, dal PCI di Achille Occhetto nel luglio 1989, in occasione della crisi del governo De Mita conclusa con la formazione del sesto governo Andreotti: Occhetto rispose con la formazione di un governo ombra, chiamato a contrapporsi alla maggioranza di pentapartito. In seguito alla vittoria del PDL alle elezioni politiche dell'aprile 2008, il governo ombra è stato riproposto dal leader del PD Walter Veltroni, che il 9 maggio lo ha presentato ricalcando lo schema di ripartizione delle competenze del governo Berlusconi IV, dando così vita al Governo ombra del Partito Democratico.


Fiction e teorie del complotto [modifica]
Per approfondire, vedi la voce Governo ombra (teorie del complotto).

Il concetto di governo ombra è popolare in numerose opere di fantasia nella narrativa e nel cinema che si concentrano sul suo uso come una tematica per le teorie del complotto, la fantascienza e/o la fantapolitica.

I teorici della cospirazione definiscono il governo ombra come un "governo nel governo". Tale ipotetico organo segreto è presentato come il "vero" governo che controlla le azioni principali del governo riconosciuto ufficialmente. L'identità dei membri e i luoghi di riunione del governo occulto sono conosciuti solo da poche persone. Questo governo segreto è spesso ritratto come corrotto e in collegamento con i servizi segreti e/o particolari società segrete, come per esempio gli Illuminati, la Massoneria, la P2. Esso generalmente conosce e gestisce situazioni critiche che sono tenute segrete, come gli attentati dell'11 settembre 2001, l'Unione Nordamericana (un'ipotesi di entità sovranazionale che riunirebbe USA, Canada e Messico), il Nuovo Ordine Mondiale, esperimenti proibiti dall'etica medica, i rapimenti e le uccisioni di scienziati e giornalisti e, nelle teorie più ardite e bizzarre, i contatti con gli alieni, l'Anticristo, i demoni.

Il concetto cospirativo di "governo ombra" fu usato anche dal senatore statunitense Daniel Inouye nel 1987, durante le udienze sul caso Irangate. Inouye affermò che "esiste un governo ombra ("shadowy government") con la sua aeronautica militare, con la sua Marina, con i suoi meccanismi di raccolta fondi, e con la capacità di perseguire le sue idee di interesse nazionale, sciolto da ogni freno e contrappeso, e sciolto dalla legge stessa".



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