ELIMINATO L'IMPOSSIBILE, QUELLO CHE RESTA, PER QUANTO IMPROBABILE, DEVE ESSERE LA VERITA'. Arthur Conan Doyle.

mercoledì 28 novembre 2007

Sicilia: la terra dei miracoli dove l'immondizia diventa oro

di Gaetano Alessi

Esiste un Isola, da qualche parte del Mediterraneo, in cui tutto è possibile.Dove, come scrivevano gli antichi greci, dee e ninfe si danno battaglia per aiutare o affondare i miseri mortali. Per fare un esempio delle sue facoltà miracolose, in questa isola, a forma di triangolo, con l'acqua si "mangia" e l'immondizia o a "munnizza"(come si dice da quelle parti) diventa oro!

Ma come ogni storia che si rispetti deve avere dei personaggi e, se il racconto vuole essere affascinante, deve intrecciare storie. La terra a forma di triangolo è la Sicilia e gli eventi che si intersecano avranno diversi protagonisti. In questa narrazione uniremo in un unica matrice i tre argomenti che hanno occupato i maggiori spazi dell’informazione degli ultimi tempi della magica isola: l’operazione antimafia cosiddetta “Marna”, (nella quale cinque imprenditori del settore dei rifiuti e dell'edilizia hanno confermato di avere pagato alle cosche mafiose il pizzo e di essersi piegati al racket delle estorsioni); lo scontro politico all’interno della maggioranza regionale del Polo tra il governatore Totò Cuffaro e il rappresentante forzista Michele Cimino; lo scontro tra il Sindaco di Agrigento Marco Zambuto e il noto esponente di Legambiente, e consigliere comunale, Giuseppe Arnone. Le tre vicende, che apparentemente nulla hanno in comune, vengono legate tra loro da un “asse portante”, che se dovesse dare un nome ad un convegno potremo riassumere così: “Il grande business dei rifiuti, la politica, la scarsezza di denaro pubblico e i suoi derivati”.

Per chi fosse allo scuro dei fatti avvenuti attorno all'oro siciliano(“a munnizza”) lo scriba si accinge a riassumervi alcuni degli eventi accaduti nella terra dei ciclopi. E' notorio che da sempre intorno allo smaltimento della spazzatura si sono mosse dinamiche poco chiare. Queste sono diventate palesi nel momento in cui il governo Cuffaro ha deciso di proporre e approvare, a furia di decreti, il Piano Regionale dei rifiuti, figlio di ben otto anni di commissariamento straordinario della Regione. Questo progetto è di fatto il più grande affare economico, a memoria di trentenne, nell'Isola, e la sua gestione è stata tutto tranne che trasparente. Con un procedimento "fantasioso", che con bontà definiremo “forzato”, si è difatti cancellata la concorrenza (operazione bacchettata da una sentenza della Corte di Giustizia Europea del febbraio scorso ) dando il via ad una girandola d'interessi affaristici, politici e mafiosi che stanno venendo a galla in questi ultimi giorni. Di fatto tra carte e cartine gli unici che sembrano aver capito il P r r Sicilia sono gli uomini di "cosa nostra", che non non hanno avuto problemi ad intromettersi nel meccanismo della gestione dei rifiuti garantendo alle imprese, che gestiscono lo smaltimento, protezione da altre pericolose famiglie criminali di altri mandamenti, in cambio del pagamento del classico “pizzo”.

Dalle cronache giudiziarie non si comprende chiaramente se la denuncia del pagamento dell’impresa Catanzaro (che ha attivato l'operazione "Marna") a favore di affiliati mafiosi venga fuori prima delle dichiarazioni del pentito di mafia Maurizio Di Gati, oppure dopo le rivelazioni di quest’ultimo, ma non dimeno, tutto questo, oltre che a massacrare la verità, la giustizia e la legalità, ha prodotto e continua a produrre una illegalità senza fine frutto dell'approssimazione, più o meno voluta, della politica che ha generato il Piano.Quello che salta all'occhio è il nuovo hobby di molti politici siciliani: caldeggiare l’imprenditoria legata all'incenerimento dei rifiuti. Ed ecco che due dei tre fili cominciano ad intrecciarsi. Ormai è storia lo scontro tra il Presidente della Regione Cuffaro e l’onorevole Cimino. Il deputato di Forza Italia, e rais del partito in provincia di Agrigento, in una dichiarazione pubblica ha affermato, con piglio deciso, che è diventato necessario in Sicilia porre il freno alle spese senza copertura reale, come per esempio (anche se direttamente non lo si dice) le risorse che vengono destinante alle contribuzioni a favore di quegli imprenditori che si occupano del settore dei rifiuti. Cuffaro dal canto suo non proferisce parola ma di fatto, con delibera di Giunta del 1° ottobre 2007, approva il testo della Finanziaria 2008 prevedendo espressamente, nelle more delle determinazioni del Ministero dello Sviluppo Economico inerenti l'applicazione del CIP6, lo stanziamento di 250 milioni di euro a titolo di anticipazione degli incentivi previsti. Tale anticipazione opera in favore dei costruttori di inceneritori e discariche.

Inoltre la Regione, tramite un assessore di Cuffaro, nel luglio scorso, ha aumentato (per decreto) la tariffa del 25% per il conferimento in discarica a carico dei alcuni Comuni e Ambiti Territoriali Ottimali (carrozzoni clientelari in cui finiscono parcheggiati uomini di fiducia dei politici di destra e di sinistra). Cuffaro sui rifiuti tira dritto. Perché a Totò gli inceneritori piacciono e quindi si devono fare. Non importa se uno è previsto sul letto di un fiume(Casteltermini),alla faccia della legge Galasso, l'altro in prossimità di un sito d'interesse comunitario (Paternò) e un terzo è stato bloccato alcuni giorni fa dalla magistratura per presunte irregolarità nel rilascio delle autorizzazioni (Bellolampo (Pa)).... quando una cosa piace, piace....E questo “Piano” piace anche agli imprenditori (pochissimi) che stanno facendo affari d'oro e alla mafia che di questi affari ne ricava vantaggi con poco sforzo. Non piace però ai cittadini che da anni fanno le barricate per evitare la sua attuazione.Ma per Totò Cuffaro e la sua Giunta questa è un'inerzia. Il terzo filo riguarda la ricaduta sugli Enti Locali di tutto questo sistema, che può essere riassunta in un semplice ma diretta frase: "Dissesto Finanziario".
Infatti se tutti ci guadagnano ( le imprese, la politica (in ricaduta con favori e posti di consiglio di amministrazione) e la criminalità organizzata) qualcuno deve pagare.
Indovinate chi è questo qualcuno?

Ma chi se non i fortunatissimi cittadini siciliani, che hanno visto aumentare in maniera abnorme la tassa per lo smaltimento in discarica (Si paga (per assurdo) come se gli inceneritori fossero già attivi!!!). I Sindaci sono alla corda, ma non lo dicono per paura di irritare i propri referenti politici regionali. Indi (togliendo qualche caso) tacciono ma non pagano....fanno pagare. Esemplare lo scontro tra il Sindaco di Agrigento Zambuto (eletto dal centro sinistra ma benedetto da Totò Cuffaro) e Giuseppe Arnore (della sua maggioranza) a cui il primo cittadino di Agrigento ha anche negato l’uso dei locali comunali per una conferenza stampa. Al fin della licenza il servizio di raccolta non è affatto migliorato e i cittadini vengono lasciati ad ammirare cataste del magico “oro” siciliano presenti in ogni dove per le strade. Ma anche questa, nella terra dei miracoli, è una grande scelta politica. In fondo i poveri abitanti (ormai trasformati solo in utenti) pagano una cifra mostruosa ogni anno per la spazzatura...almeno abbiano il piacere di vederla sempre accanto a loro.

Ora però una domanda nasce spontanea: ma dato che il pizzo non sarà più caricato fra i costi aggiuntivi sostenuti dall’impresa, magari la tassa sui rifiuti potrà essere ridotta? Non si sa mai, nella terra delle trasmutazioni in cui tutto è sempre in cambiamento (ma per citare Tomasi di Lampedusa: nulla mai cambia) tutto è possibile.

www.gaetanoalessi.blogspot.com

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